...lungi da me parlare soltanto delle recensioni tra il totalmente positivo e l'entusiastico.
Stefano Coderoni recensisce "Le Regine del Terrore" qui e - nonostante mi lusinghi parlando di "descrizione asciutta e attenta al particolare", dicendo che racconto "in maniera minuziosa, in modo scorrevole e con lunguaggio persuasivo", "in modo chiaro e metodico" - sostiene: "Ciò che personalmente mi lascia perplesso è l'incapacità del pur ottimo autore a contenere la sua personale antipatia nei confronti dell'editore Gino Sansoni, allora marito di Angela Giussani (...) assieme a dei prolissi ed inutili dettagli degli avvenimenti calsictici contemporanei ai fatti narrati (del Milan in particolare, grande amore calcistico di Sansoni)".
Ora, a me Sansoni, per come me l'hanno descritto, era in realtà anche simpatico, nonostante avesse un paio di passioni molto ma molto ma molto lontane dal mio essere: Il predappiese pelato a capo degli squadristi e la squadra il cui capo è il pelato milanese.
Se non sono riuscito a chiarire fino in fondo che questa figura piratesca per me era la spalla comica, da commedia all'italiana (nel casting ipotetico che si faceva in redazione, da far interpretare all'Alberto Sordi degli anni Cinquanta/Sessanta), delle due protagoniste, ci lavorerò nella riedizione.
Ma di aver dato troppo spazio ai colori rossoneri, questo non potrò mai perdonarmelo...
San Giacinto, se mi guardi da lassù, chiedo umilmente perdono!
La recensione per intero la trovate qui.
2 commenti:
Gentile giornalisto/a,
voglia cortesemente correggere la frase "e la squadra il cui capo è il pelato milanese" in "e la squadra il cui capo è il leggermente stempiato milanese" onde evitare antipatici sviluppi della poco edificante faccenda in sede legale.
Certi di una sua celere correzione, la salutiamo distintamente.
Gentile ufficio/a stampa/o,
mi pento di quanto scritto, mi arreco dolore con il cilicio e oltre alla leggera, ma proprio leggerissima stempiatura, vorrei evidenziare la notevole altezza, fisica ancor prima che morale, del personaggio in questione, nonché la delicata misura delle orecchie all'interno di quel quadro armonico che è il suo viso.
Una natura morta cubista.
Posta un commento