«Una decina d'anni fa, nella hall dell'albergo di Amburgo ove ero sceso, mi si presentò un bel signore, che più tedesco di così non si poteva. Era studioso di letteratura giovanile, disse, aveva saputo che ero un giornalista italiano, e mi chiese che cosa mai avesse indotto noi italiani appunto a rinunciare a qualcosa di unico in Europa come il "Corriere dei Piccoli". Gli risposi: "II genio della razza."»
(Mino Milani)
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