(Francesco Guccini, "Non so che viso avesse", Mondadori)
lunedì 12 luglio 2010
Allegria!
«Ammesso che chi esercita questo mestiere è pur sempre in una posizione di privilegio (meritato o no che sia), il giovane aspirante cantautore è convinto (come, temo, l'italiano medio) che cantare, o esercitare professioni del genere, diciamo, artistico, sia un "non lavorare", una cosa che uno fa meramente per diletto, sfizio, passando di lì, senza le ore e ore di prove, controprove, patemi, sudori (sangue e lacrime?) e le altre mille diavolerie che rendono variopinta questa altrimenti noiosa attività. Come avrebbe detto Mike: "Allegria!".»
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
...e poi invece ci sono quelli che se fosse per loro farebbero il cantautore per 12 ore al giorno!!! ...e sono costretti a farlo solamente per tre/quattro orette dopo le 8 ore di lavoro da impiegato...
Ma: chi non canta è perduto!!!
E noi si canta comunque!
Perchè ce la godiamo!
Olè!
Posta un commento