venerdì 23 dicembre 2011

Alan Moore World

Ci sono storie che rappresentano al meglio il mio (non normalissimo per la verità) modo di lavorare: ore, giorni, settimane, talvolta mesi di studio e ricerca per produrre qualche volta solo poche pagine, ma densissime.
Che per "Le Regine del Terrore" (a proposito, ma sapete che... no, ve lo dirò eventualmente a tempo debito) abbia impiegato otto mesi di ricerche e quattro di scrittura, e per la seconda edizione altri tre mesi di potente revisione, è storia. E, per un libro così corposo e (immodestamente) definitivo sull'argomento, ha anche senso. Che abbia mandato a memoria tutto il teatro canzone di  Gaber per scrivere "G&G" ha senso, anche alla luce del fatto che non partivo da zero, e quindi per molti album si è trattato di una "rinfrescata".
Il delirio comincia a notarsi in maniera più evidente e ingiustificabile in alcune storie di don Camillo, dove un po' mi faccio prendere dai sempre puntuali riferimenti d'epoca e d'ambiente di Alberto e Carlotta Guareschi e un po' mi piace infilare cose ulteriori, così da avere in otto tavole materiale per sedici. Insomma, diciamo che lavoro in modo esattamente opposto al trend del fumetto statunitense degli ultimi anni, dove un'idea media, ma anche una piccola, la stirano per sei numeri per poi farci un volume.

Uno degli esempi più fulgidi di lavoro di preparazione e di scrittura più ingiustificato è la storia "SandokAlan" (disegni di Oskar). Sia chiaro, non perché l'autore che omaggiavamo, Alan Moore, non meritasse tutti i nostri sforzi (nonostante questa affermazione faccia di me un fighetto intellettualoide spocchioso, rimane il più grande sceneggiatore emerso nell'ultimo quarto di secolo assieme a Tiziano Sclavi), e non che l'iniziativa in cui era inserita la storia non fosse meritevole, anzi! Alan Moore: ritratto di uno straordinario gentleman è un libro meraviglioso e q auesto aggiungiamoci che il 100% dei profitti derivanti da questo progetto è stato devoluto in beneficenza a favore dell’AIMA (Associazione Italiana Malati Alzheimer) e dell’ADI (Alzheimer’s Disease International), associazioni che sostengono la lotta contro il morbo d’Alzheimer (quindi, vista la tenuta della mia memoria, diciamo che ho fatto un'investimento che poi mi tornerà indietro con gli interessi).
Il problema è che ci ho messo giorni e giorni per mettere assieme una storia di due pagine, mescolando un'opera che già di suo è stratificata come non mai (La Lega degli Straordinari Gentleman; e anche qui mi sbilancio, uno dei fumetti più belli di tutti i tempi) (no, no, vi sbagliate, non è mai stato tratto un film da quest'opera) con il mondo salgariano.
Il risultato, grazie al paziente lavoro di recupero del prode smoky man, ora lo potete ritrovare qui.
In inglese.

E, a proposito di storie di due pagine che hanno dietro un lavoro di giorni e giorni, vi rimando al post ch verrà pubblicato il 5 gennaio.

1 commento:

Piero ha detto...

L'avevo sentita anch'io che apprezzare Moore pare significhi essere un fighetto intellettualoide. A parte che ho sempre desiderato essere fighetto, a me ricorda un po'una caricatura intellettualoide e spocchiosa del fantozziano "la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca". E se uno apprezza Moore e anche Miller (nonostante tutto)? Come lo si colloca?