giovedì 22 febbraio 2007

L'unità

Due diabolike sorelle
di Renato Pallavicini


«Dai, passami Diabolik». Si rivolgeva così, alla moglie, Dino Buzzatì quando un libro lo annoiava. Meglio quell’albetto a fumetti, insomma, che tanti spocchiosi romanzi. E Buzzati, di romanzi e di fumetti, se ne intendeva. Non se ne intendevano più di tanto, invece Angela e Luciana Giussani, quando nel novembre del 1962 azzardarono l'uscita nelle edicole di un libricino formato 12x17,120 pagine in bianco e nero dal titolo Le Regine del Terrore. Protagonista, un ladro, neanche troppo gentiluomo, dal nome che era tutto un programma, Diabolik. n resto, come si dice, è storia: del fumetto, della cultura e del costume italiano, e viene puntualmente ricostruito in Le Regine del Tenore di Davide Barzi con Tito Faraci (Edizioni Bd, pp. 224, euro 13). Il chilometrico sottotitolo «Angela e Luciana Giussani: le ragazze della Milano bene che inventarono Diabolik» è un po' la cifra e la sintesi del libro, anche se, nelle oltre duecento pagine le due «protagoniste» si perdono un po' nella molta carne messa al fuoco. Però, alla fine, l'arrosto riesce gustoso, perché restituisce, con completezza e buona tecnica narrativa, un capitolo importante della storia editoriale e, ripetiamo, culturale e di costume del nostro paese. Il «fenomeno» Diabolik e i suoi «degeneri» cloni a fumetti, tutti con la «k» (prima che diventasse tristemente famosa nei Settanta), sono passati alla memoria ristretta della cronaca per la sequela di denunce e di processi che si sono beccati: tutti, giustamente, finiti nel nulla e nel dimenticatoio. Ma Diabolik, lui, quello autentico, Eva Kant, l'ispettore Ginko, la Jaguar E, la tuta e la mascherina, i gioielli, i travestimenti sono diventati, invece, parte cospicua della memoria più ampia del fumetto italiano. Di Angela e Luciana Giussani, splendide fanciulle (guardatevi le tante foto del libro), donne anticonformiste, originali autrici che, vista l'epoca, un po' si vergognavano del loro essere donne e si firmavano semplicemente A. e L. Giussani; di Angela e Luciana, coraggiose imprenditrici, scomparse rispettivamente nel 1987 e nel 2001, resta la loro creatura. Che non ha mai fatto paura a nessuno e che molti hanno amato.

(miniquiz: chi indovina chi è quello dietro Luciana e Angela?)

6 commenti:

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

Sarà mica il Gomboli, neh?

Anonimo ha detto...

...Un tipo che somiglia tantissimo a un mio """personaggio"""!!!

Davide Barzi ha detto...

Ehm... benissimo, il signore là dietro che viene dalla Sardegna ha detto qualcosa ma non abbiamo ben capito, quindi il gioco prosegue.
No, la signorina nordica ha sbagliato, a meno che non mi mostri un'immagine del suo personaggio che confermi la sua tesi e che soprattutto confermi che la signorina in questione è davvero al lavoro.

(uffa, Fabrizio, anche tu, io già mi aspettavo un fiorire di post con le ipotesi più astruse e tu mi togli il divertimento così...)

(dai, prova a dirne uno sbagliato e ricominciamo)

Anonimo ha detto...

La signorina nordica non esiste.

IO SONO SICILIANA!!!

Correggiti e poi ne riparliamo.

:(

Davide Barzi ha detto...

E siciliana sia, nessuna controindicazione in proposito! D'altro canto le origini del Lo Bianco sono note ai più, le tue erano ancora avvolte nel mistero.
Ma ho sentito dire che la Marvel ha in preparazione una miniserie di quattro numeri in cui verrà svela tutto, ma proprio tutto, su ciò che ti ha fatto diventare quel che sei.
E' vero?

Anonimo ha detto...

Confermo.
Ma doveva essere una notizia segreta.


Potrei riprendermi i diritti sulla mia biografia e far saltare tutto. E tutto il giro di miliardi di dollari previsto.

Tanto vale svelare il titolo:
"Le narici sono il grembo".

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Tornando all'ovile, caro Signor Barzi, la invito a notare le varie virgolette che rendono approssimativo il termine, "personaggio", che ho precedentemente usato.
---> Si tratta di un personaggio che compare in un compito di scuola. Niente di che insomma. Ma non mi sembrava un buon motivo per non stupirmi comunque della somiglianza!


[Si vocifera, però, che la mia distrazione non bruci del tutto la fertilità, attenzione.]