domenica 11 febbraio 2007

Tuttolibri - La Stampa

Angela e Luciana Giussani
Un prodotto casalingo della Milano bene, anticipò il '68
LA CUCINA DELLE SORELLE DIABOLIK
di Giorgio Boatti

Se dietro a ogni grande uomo ci deve essere una grande donna, a tira­re le fila di un personaggio leggendario come Diabolik di donne di valore ne oc­corrono almeno due. Come racconta Davide Barzi - autore, con Tito Paraci, della vivace rievocazione offerta ne Le Regine del Terrore - sono appunto le so­relle Angela e Luciana Giussani a por­tare alla luce, il 1 ° novembre 1962, il pri­mo fascicolo della lunghissima serie di avventure dello spietato castigatore di ricchezze mal guadagnate, che darà origine a uno dei più duraturi successi editoriali del settore. Nata l'una nel 1922 l'altra nel 1928, tipiche rampolle di quella florida borghesia meneghina che già allora manda le figlie a impara­re buone maniere, e a studiare, dalle Suore Marcelline di Piazza Tommaseo, Angela e Luciana Giussani appro­dano a questa impresa, è il caso di dir­lo, dalla porta di servizio.
Angela, gran bella donna (come la sorella) e fisico da modella, ha comincia­to a prestare la propria immagine per le campagne pubblicitarie organizzate dalla C.E.A. (Casa Editrice Astoria) di proprietà del vulcanico marito Gino Sansoni, mentre la sorella è impiegata presso la ditta Folletto. Dotata di una non comune capacità di lavoro e del ta­lento di mettere la gente giusta attorno a ogni progetto che le arriva tra le mani, Angela inventa ben presto una pro­pria creaturina aziendale. E' la Astorina, collocata nella cucina (ingresso dall' entrata di servizio) del grande apparta­mento di Piazza Cadorna che fa da sede all'Astoria, quartiere generale dell'infaticabile Sansoni che nel tentativo di ac­chiappare il grande affare editoriale ha messo in piedi una delle prime «riviste per adulti», a quel tempo più ingenue che maliziose. La scommessa non rie­sce ma Sansoni non se ne preoccupa più di tanto, dedica il suo tempo soprat­tutto ai Club rossoneri, per i quali vara anche il periodico Forza Milan.

IL PRIMO FU «BIG BEN»
L'Astorina di Angela Giussani ha i pie­di per terra e produce giochi in busta che consentono di ricreare - con siIhouettes di ciclisti in plastica, cartine delle tappe e dadi per determinare i risultati - il «giro d'Italia» per sole cento lire. Costa invece un po' di più, cento-cinquanta lire, il «campionato di cal­cio». La trovata piace ai ragazzi che ai quei tempi fanno il tifo per Franco Balmamion, per Castone Nencini, per Jac­ques Anquetil. O si entusiasmano per i trionfi del Milan, quello che vede per la prima volta Nereo Rocco direttore tec­nico dei rossoneri.
I giochi consentono alla coriacea An­gela Giussani, che nel frattempo è rag­giunta nella «cucina» della Astorina edi­zioni dalla sorella Luciana, di allacciare ottimi rapporti con una vasta rete di edicolanti. E' proprio l'attenta osserva­zione di quel che di nuovo giunge in edi­cola, e finisce tra le mani dei pendolari che partono e arrivano alla Stazione Nord di via Cadorna, a far comprendere alle Giussani che è tempo di fumetti. Il loro primo tentativo, nel 1962, è Big Ben, un periodico che contiene anche una storia di Maciste.
Poi, dopo molti dubbi sul nome da at­tribuire (qualcuno vorrebbe Diabolicus) al nuovo eroe dell'albo che va in edicola il 1 ° novembre di quell'anno, ec­co arrivare Diabolik.

LA DENEUVE, EVA «BOCCIATA»
La K - all'inizio o alla fine del nome - pa­re essere d'obbligo, in quegli anni, per tutti i personaggi che imperversano sulle tavole dei fumetti di produzione italiana: Satanik e Sadik, Demoniak e Kriminal sono gli eroi di altre creazioni che fanno concorrenza al personaggio delle sorelle Giussani. Diabolik, per la verità, ha un inquietante precedente. Il 25 febbraio 1958 in via Fontanesi, a To­rino, era stato ucciso a colpi di falcetto un giovane operaio Fiat: pochi giorni dopo ai giornali, e alla polizia, era giunta una lettera che rivendicava il fatto e preannunciava altre esecuzioni. Porta­va la firma Diabolich, senza la K: non venne mai individuato né chi l'aveva scritta né l'assassino.
Nonostante i ripetuti sequestri giu­diziari e gli attacchi da parte della stam­pa per famiglie il Diabolik del fumetto delle Giussani conquista ben presto un vasto pubblico giovanile: è un successo che trasforma l'Astorina in una robu­sta azienda editoriale. Le due sorelle, circondate da una pattuglia di giovani collaboratori, negli anni della ribellione studentesca non rinunciano a fare dell' eroe, ormai affiancato dalla partner Eva Kant e braccato dall'Ispettore Ginko, un simbolo di trasgressione e di contestazione. Nel '68 le avventure di Diabolik sbarcano sul grande schermo. H film di Mario Bava, dove compaiono Michel Piccoli e Adolfo Celi, doveva ave­re come protagonista Alain Delon ma lo sostituisce John Phillip Law. Per la par­te di Eva Kant, la fidanzata di Diabolik, si candida una giovane attrice francese, poi bocciata al provino perché non vuo­le scoprirsi, neppure quanto basta. Il suo nome era Catherine Deneuve.

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