martedì 25 dicembre 2007

Dalla Francia con furore (e dizionario)

Sono giorni di ping pong tra me e Luca.
Stavolta è lui, nel post "Il mongolo Ganao", a tirarmi in ballo.
Si parla di Lina Buffolente, "altra grande e produttiva artigiana dei comics, nota ai lettori di oggi soprattutto per le recenti collaborazioni con la Sergio Bonelli Editore per le storie del Comandante Mark.
Di lei esiste un importante volume-intervista redatto da Davide Barzi".
Ho cercato tra le bozze del libro qualcosa da aggiungere sul personaggio di cui si parla nel post, Fiordistella, ma non ho trovato nulla di interessante.
In compenso mi pare curioso, oggi che in molti lavoriamo per i paesi francofoni, recuperare le bizzarre modalità produttive di allora.
Stralcio tratto dal capitolo otto del libro:

Lina: Leonello Martini, il nuovo direttore dell’Alpe, era un tipo decisamente simpatico, costantemente impegnato a dimostrare meno anni di quanti in realtà ne avesse; si vestiva in maniera giovanile ed era sempre attivo e scattante. Era anche uno scrittore e conservo tutt’oggi il suo romanzo giallo La fabbrica dei mostri come un reperto. Fu lui, nel 1958, a mettermi in contatto con Madame Ratier, della casa editrice francese Aventures & Voyages. Le mandai delle tavole che a lei piacquero molto e iniziò subito una collaborazione che si sarebbe rivelata lunga e ricca di soddisfazioni. Molti dei personaggi creati per lei, che inizialmente uscivano a puntate sulla rivista Zembla, ebbero serie molto lunghe, talvolta anche ristampate. Il primo personaggio che feci per lei fu MOSQUETON, una lunga saga ambientata durante la rivoluzione francese. Anche per quella serie dovetti fare un grosso lavoro di documentazione. [i testi] me li spedivano, comprensivi di interprete che veniva a casa mia a tradurmeli in italiano! La signora era simpatica e gentile, forse troppo, visto che ogni volta che veniva qui, tra the, pasticcini e chiacchiere varie erano sempre almeno tre ore che se ne andavano, tempo passato piacevolmente ma che rallentava il lavoro! Il caso volle che vidi alla televisione la pubblicità di un corso di francese. Mi iscrissi e lo imparai benissimo. Chiamai la casa editrice comunicando loro (e nella loro lingua!) che non avevo più bisogno del supporto perché mi sarei tradotta da sola i loro testi, risparmiando il mio tempo e il loro denaro. Loro erano contenti, l’interprete un po’ meno ma io tornavo a lavorare con i miei ritmi soliti.


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