lunedì 24 marzo 2008

Di pavese in pavese

Giovedì 27 Marzo 2008 alle ore 9.30 presso la sala Don Ticozzi in Via Ongania a Lecco, prima uscita ufficiale da direttore artistico nel corso della premiazione della 9° edizione del Festival Internazionale Cinema d’Animazione e Fumetto, sezione cinema d’animazione, sezione scuole e fumetto stories.

Venerdì
28 marzo 2008 presso l'Università del Sacro Cuore di Milano, alle ore 9:00 (aula C.012, Carducci 28/30) il convegno Il CORRIERE DEI PICCOLI. In un secolo di riviste per ragazzi. Dopo gli interventi dei relatori, tavola rotonda con alcuni autori, tra cui Mino Milani.

Cerco un filo comune con il mio scrittore pavese preferito (eh sì, cari i miei livornesi, è lui il vero Gran Pavese, io sono solo un usurpatore), nella speranza di trovare tra i giovani qualcuno che possa un giorno emergere.
Una cosa tipo quella raccontata nell'articolo che segue, che potete leggere per intero qui, sul sito di Carmen Covito.


Il club di Carmen
ricerca di Luigi Rossi


1 Il 15 marzo 1964, con il numero 11 del Corriere dei Piccoli, nasce il Club.[1] Quel numero offriva la diciassettesima puntata del racconto di Mino Milani La Santa Allegranza (illustrata da Mario Uggeri), una doppia pagina su Castelli e Castellani con illustrazioni di Di Gennaro, una mitica Odissea disegnata da Hugo Pratt, seguita da due pagine dell'artista veneziano dedicate a Anna nella Jungla. Inoltre, Missilino Fiordimarte di Vezio Melegari, una fiaba di Gianni Rodari (Il principe tonto e il mago), Carletto Sprint di Cimpellin, Gigi Peste e le solite ricche e colorate rubriche. Il Club del Corriere dei Piccoli è una delle grandi invenzioni di quel settimanale per ragazzi.[2] Forse l'ultima.[3] Per diverse settimane una doppia pagina informerà i giovani lettori che “ogni socio può diventare collaboratore, redattore onorario o addirittura inviato speciale del Corriere dei Piccoli.„ Ancora: “Il Corrierino Club sarà interamente redatto da voi soci; sarà composto, cioè, dagli articoli di attualità, dai racconti, dai disegni che ci invierete. Così il Corrierino Club vi consentirà di diventare veramente “piccoli giornalisti„. Ciò che avete scritto, verrà esaminato dai nostri consulenti: le cose migliori saranno inserite nel giornale, e verranno presentate a un milione e più di lettori.„

[1] Così Mino Milani (che ringrazio di cuore per la sua testimonianza): “Il Corrierino Club fu una normale iniziativa redazionale, per fronteggiare in qualche modo la richiesta dei lettori aspiranti scrittori. Oggi, coinvolgere nella scrittura i ragazzi? Sono ben pochi i ragazzi che hanno idea di scrivere; viene agli uomini fatti, quella idea; viene, ciò che è peggio, ai pensionati. Ne sono afflitto. „ Ancora: “. Il Corrierino Club, cessò per quella che potrebbe essere definita fisiologia redazionale: una cosa, anche se buona, non deve durare oltre un certo tempo. Non so se, oggi, ci sia qualcuno disposto a fare quello che si faceva al Corrierino Club. Forse no. I tempi cambiano e, per un pessimista come me, non in meglio; cambiano come è necessario o naturale che facciano in un mondo dove l'unica cosa che realmente monta è la volgarità.„

[2] Così Mino Milani a proposito del gruppo redazionale e dei collaboratori del Corriere dei Piccoli di quegli anni: “. Il gruppo di via Scarsellini direi che nacque naturalmente, perché noi in redazione cercavamo gente qualificata: e viceversa. Posso dirle con sicurezza che s'era molto amici, e che c'era un continuo e molto bello scambio di idee. Siamo rimasti amici, a tanti anni di distanza.„

[3] Così Mino Milani: “ Il Corriere dei Piccoli, dei ragazzi, come si chiamò, venne affossato dalla gestione Rizzoli e si ebbe la sensazione che sarebbe stato tolto di mezzo quando al giornale cominciarono a vedersi i manager, quelli che non parlavano di lettori, ma di consumatori, gli venisse un accidenti (gli è venuto). Il Corrier dei ragazzi fu trasformato in (si tenga stretto) Corrier boy: ma io me ne ero già andato, anzi venuto a Pavia a dirigere il quotidiano locale.

1 commento:

Don Zauker ha detto...

No, no, il Gran Pavese, per noi sei e sarai sempre solo TE.
Così, un po' come il fantasma formaggino, che veniva spalmato sul panino, te al massimo verrai inzuppato nel caffellatte.