In libreria “Le Regine del Terrore”, biografia dedicata alle autrici milanesi del più celebre antieroe a strisce
La vera storia delle sorelle Diabolike
Angela e Luciana Giussani furono energiche imprenditrici e femministe ante litteram
Il primo personaggio «nero» del fumetto italiano li;) ha una storia in rosa: il cinico Diabolik, professione ladro, è stato creato da due sofisticate signore dell'alta borghesia milanese, le sorelle Angela (1922-1987) e Luciana ( 1928-2001) Giussani, eleganti e intraprendenti, tempra d'acciaio e capacità imprenditoriali tipicamente meneghine. Sono natati 45 anni dal pruno numero, novembre del '62, ma Diabolik non ha mai perso colpi. A riportarlo indirettamente agli onori della cronaca arriva un nuovo testo, in libreria domani, dedicato proprio alle sue autrici: si tratta di «Le regine del terrore» (edizioni BD, euro 13), bella biografia illustrata scritta a quattro mani da Davide Barzi con Tito Faraci.
«La vera "mamma" del personaggio è Angela, la maggiore», ricorda Barzi. «Anticonformista, fotomodella, molto emancipata per l'epoca, ha saputo inventarsi un mestiere nuovo: ha fondato nel 1960 la casa editrice Astorina, specializzata in fumetti, coinvolgendo poi la sorella». Dall'ufficio in piazza Cadorna la signora osserva il via vai delle Ferrovie Nord. E l'idea nuovissima di Diabolik, con quella sua kappa finale dura e un po' sinistra, nasce cosi: un giornalino per gli adulti, di soggetto coinvolgente e di formato pratico, da poter leggere dovunque e in poco tempo, anche m treno.
Angela ha inventato il tascabile. Il successo è immediato: occhi magnetici (ispirati al fascinoso Robert Taylor) e calzamaglia nera, il rapi muore piace molto al pubblico. La sua vita è un inno all'illegalità e alla trasgressione (e per questo, all'epoca piovono critichi e denunce), ma in fin dei conti anche alla libertà. Diabolik è un eroe negativo, ma credo nell'onore, nei valori dell'amicizia, nella difesa dei deboli (almeno quando sono dalla sua parte). «Non è crudele, ma impietoso — precisa Faraci, autore di molte sceneggiature sul personaggio —. È il prodotto di una società fredda e interessata, quella del lusso e dei party, e la colpisce come una nemesi, la critica nel profondo». Diabolik infattiì vive a contatto con quella stessa high society che le sorelle Giussani avevano frequentato in gioventù e da cui avevano scelto di staccarsi.
Anche Luciana, subentrata nella direzione dell'Astorina alla scomparsa di Angela nel 1987, ha un carattere energico e appassionato. Lo testimonia Faraci che l'ha conosciuta: «Alla mia prima telefonata rispose il maggiordomo, dichiarando che la signora stava prendendo il té. Quando poi l'ho incontrata, già anziana, non me l'aspettavo così schiena e poco convenzionale, vivace e interessata alla realtà, da cui prendeva spunto per le trame». Già, perché all'inizio le storie le scrivono loro, le sorelle, e anche quando si servono di soggettisti e sceneggiatori visionano e controllano tutto fin nel dettaglio: anche il taglio «femminista» ante litteram dato e Eva Kant, compagna di Diabolik, è farina del loro sacco. Queste e tante altre sorprese nel libro, che — dicono gli autori — non è un saggio sul fumetto ma «innanzitutto o una bella vicenda umana e professionale».
(Chiara Vanzetto, Corriere della Sera, mercoledì 31 gennaio 2007)
La vera storia delle sorelle Diabolike
Angela e Luciana Giussani furono energiche imprenditrici e femministe ante litteram
Il primo personaggio «nero» del fumetto italiano li;) ha una storia in rosa: il cinico Diabolik, professione ladro, è stato creato da due sofisticate signore dell'alta borghesia milanese, le sorelle Angela (1922-1987) e Luciana ( 1928-2001) Giussani, eleganti e intraprendenti, tempra d'acciaio e capacità imprenditoriali tipicamente meneghine. Sono natati 45 anni dal pruno numero, novembre del '62, ma Diabolik non ha mai perso colpi. A riportarlo indirettamente agli onori della cronaca arriva un nuovo testo, in libreria domani, dedicato proprio alle sue autrici: si tratta di «Le regine del terrore» (edizioni BD, euro 13), bella biografia illustrata scritta a quattro mani da Davide Barzi con Tito Faraci.
«La vera "mamma" del personaggio è Angela, la maggiore», ricorda Barzi. «Anticonformista, fotomodella, molto emancipata per l'epoca, ha saputo inventarsi un mestiere nuovo: ha fondato nel 1960 la casa editrice Astorina, specializzata in fumetti, coinvolgendo poi la sorella». Dall'ufficio in piazza Cadorna la signora osserva il via vai delle Ferrovie Nord. E l'idea nuovissima di Diabolik, con quella sua kappa finale dura e un po' sinistra, nasce cosi: un giornalino per gli adulti, di soggetto coinvolgente e di formato pratico, da poter leggere dovunque e in poco tempo, anche m treno.
Angela ha inventato il tascabile. Il successo è immediato: occhi magnetici (ispirati al fascinoso Robert Taylor) e calzamaglia nera, il rapi muore piace molto al pubblico. La sua vita è un inno all'illegalità e alla trasgressione (e per questo, all'epoca piovono critichi e denunce), ma in fin dei conti anche alla libertà. Diabolik è un eroe negativo, ma credo nell'onore, nei valori dell'amicizia, nella difesa dei deboli (almeno quando sono dalla sua parte). «Non è crudele, ma impietoso — precisa Faraci, autore di molte sceneggiature sul personaggio —. È il prodotto di una società fredda e interessata, quella del lusso e dei party, e la colpisce come una nemesi, la critica nel profondo». Diabolik infattiì vive a contatto con quella stessa high society che le sorelle Giussani avevano frequentato in gioventù e da cui avevano scelto di staccarsi.
Anche Luciana, subentrata nella direzione dell'Astorina alla scomparsa di Angela nel 1987, ha un carattere energico e appassionato. Lo testimonia Faraci che l'ha conosciuta: «Alla mia prima telefonata rispose il maggiordomo, dichiarando che la signora stava prendendo il té. Quando poi l'ho incontrata, già anziana, non me l'aspettavo così schiena e poco convenzionale, vivace e interessata alla realtà, da cui prendeva spunto per le trame». Già, perché all'inizio le storie le scrivono loro, le sorelle, e anche quando si servono di soggettisti e sceneggiatori visionano e controllano tutto fin nel dettaglio: anche il taglio «femminista» ante litteram dato e Eva Kant, compagna di Diabolik, è farina del loro sacco. Queste e tante altre sorprese nel libro, che — dicono gli autori — non è un saggio sul fumetto ma «innanzitutto o una bella vicenda umana e professionale».
(Chiara Vanzetto, Corriere della Sera, mercoledì 31 gennaio 2007)
8 commenti:
Seeeee! Il Corriere! Adesso! Tel lì, il Barzi, ogni scusa è buona per farsi pubblicità: smettila con questi 'nutili sgùb da quattro soldi per attirare l'attenzione sulle tue pubblicazioni e... scusa, devo interrompere il post: ho il New York Times sulla linea 3. Vogliono sapere se è vero che conosco l'autore delle Regine del Terrore...
O "Terror's Queens", come lo chiamerà il New York Times quando lo allegherà al prossimo numero.
...Fabrizio, di che ti preoccupi? Lasciamo pure che il Barzi deliri! Lasciamogli credere che
MARTEDI TRENTUN GENNAIO DUEMILAESETTE
ESISTE.
Che ci costa?
[Buahhaha]
Cara Etarancia,
il problema è che quello del Barzi è pure un delirio contagioso: stamattina sono stato avvinto da un impulso irrefrenabile di comprare il Corriere e ho pure letto l'articolo!
Secondo me a certi individui non dovrebbero permettere di aprire un blog (figuriamoci di scrivere libri!).
Eh no. Qua è PALESE un conflitto d'interessi. Davide Barzi scrive LUI tutto il Corriere della Sera. Non può fare anche la recensione di un suo libro. Oh!
Scusate vorrei postare un commento ma.. (suoneria cell) è un editor MTV, mi chiedono se conosco l'autore di Terror's Queens? ;)
io, nego... nego... e continuo a negare ;)
smoky ciaoooooooooooooooooo
Ebbene sì, maledetto Carter, mi hai scoperto...
La cosa che davvero mi onora, però, è apparire nello stesso quotidiano che ospita un'intervista a Nicolas Burdisso!
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