In un’epoca in cui tutti corrono, io ci metto quasi due settimane per raccontare di Mantova Comics & Games.
Ha sempre più simpatizzanti lo slow food, spero venga almeno tollerato uno slow mind.
Ma torniamo a Mantova.
L’anno prossimo.
L’anno prossimo.
Per adesso, solo con la (lenta)mente.
Allora, intanto il posto si chiama PalaBam, e un PalaOnomatopea (fosse stato anche un volgare PalaBurp o PalaProt) è per principio il luogo più indicato per un evento fumettistico. E, a mia memoria, l’unico che sia mai esistito.
Detto questo, negli spazi della fieri si respira un bel clima. Anche fuori, visto che è già praticamente primavera. Incredibile, nemmeno a Mantova c’è più la mezza stagione. Prima di arrivare, qualcuno mi scatta una foto. Vanaglorioso, penso subito che qualcuno dei mie fan voglia portarsi a casa un ricordo della mia presenza. Mi fanno invece notare che in quel punto della statale fotografano tutti quelli che anziché ai previsti 70 km/h vanno a 94. E così comincio a spendere soldi ancora prima di entrare alla fiera. Avrei preferito donare quel denaro allo stand Panini… insomma, Wolverine: Saudade magari non è il capolavoro del millennio, ma almeno non ti toglie i punti dalla patente.Uno dei miti di Mantova è Nuvolari. Che, come insegna Dalla, “è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale”.
Allora, intanto il posto si chiama PalaBam, e un PalaOnomatopea (fosse stato anche un volgare PalaBurp o PalaProt) è per principio il luogo più indicato per un evento fumettistico. E, a mia memoria, l’unico che sia mai esistito.
Detto questo, negli spazi della fieri si respira un bel clima. Anche fuori, visto che è già praticamente primavera. Incredibile, nemmeno a Mantova c’è più la mezza stagione. Prima di arrivare, qualcuno mi scatta una foto. Vanaglorioso, penso subito che qualcuno dei mie fan voglia portarsi a casa un ricordo della mia presenza. Mi fanno invece notare che in quel punto della statale fotografano tutti quelli che anziché ai previsti 70 km/h vanno a 94. E così comincio a spendere soldi ancora prima di entrare alla fiera. Avrei preferito donare quel denaro allo stand Panini… insomma, Wolverine: Saudade magari non è il capolavoro del millennio, ma almeno non ti toglie i punti dalla patente.Uno dei miti di Mantova è Nuvolari. Che, come insegna Dalla, “è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale”.
Lucio, neanche Brian Michael Bendis scherza.
Però rimane a mio parere uno degli sceneggiatori più validi al momento sulla piazza. E poi, se qualcuno mi facesse notare che il pulpito da cui viene la predica non si trova proprio al quinto piano, non avrei molto argomenti per ribattere.
Ma veniamo ai fumetti, anzi al fumetto.
Già, perché ho portato a casa diverse cosine sfiziose, ma non potendo né volendo stilare l’elenco della spesa, concentro la mia attenzione sulla perla del mese.
Però rimane a mio parere uno degli sceneggiatori più validi al momento sulla piazza. E poi, se qualcuno mi facesse notare che il pulpito da cui viene la predica non si trova proprio al quinto piano, non avrei molto argomenti per ribattere.
Ma veniamo ai fumetti, anzi al fumetto.
Già, perché ho portato a casa diverse cosine sfiziose, ma non potendo né volendo stilare l’elenco della spesa, concentro la mia attenzione sulla perla del mese.
(Istruzioni per l'uso: far partire il video e poi leggere la recensione tenendo la sigla come sottofondo)
Per tanti, ma non per tutti.
Se non siete, come me, dei nostalgici (anche) degli anni Ottanta, non potrete goderne appieno.
È l’eroe del nuovo millennio? Macché, è l’eroe degli Eighties, a lui del nuovo millennio non potrebbe fregare di meno.
In originale si chiama Truth, Justin and the American Way.
Da noi è uscito come Justin Supermaxieroe (di Aaron Williams/Scott Kurtz/Giuseppe Ferrario, Edizioni BD, collana SuperSonic, € 12).
E già qui val la pena di spendere due parole.
Aborro gli adattamenti creativi dei titoli originali, che tanto danno hanno fatto negli anni, soprattutto in campo cinematografico (“Se mi lasci ti cancello”? “Se mi lasci ti cancellooo”??? Ma sei scemo?!?). Eppure, in questo caso, mai scelta fu più azzeccata. Perché il gioco di parole del titolo americano è divertente, ma sarebbe stato francamente ostico in Italia. E poi, se vi capiterà di leggere l’albo, capirete che il titolo italiano era davvero l’unico titolo possibile, il migliore, perfetto.
Se non avete colto la citazione e non avete il magone nel sentire la canzone in sottofondo, mi sa che è inutile che andiate avanti a leggere.
Dicevamo, il titolo migliore possibile, e questo lo capirete anche solo vedendo la copertina.
Ecco, la copertina.
Qui val la pena di spendere altre due parole.
Essendo l’albo (che raccoglie una miniserie di cinque numeri) costellato di riferimenti al decennio di cui sopra, e in particolar modo ai telefilm di quegli anni, la “Prima stagione” ha una grafica che ricorda in tutto e per tutto quella di un cofanetto di dvd di quelli che tanto amiamo io e quelli come me.
Vi propongo cover e quarta di coperta perché sono davvero due gioiellini.
Come ogni buon dvd che si rispetti, questo fumetto ha anche dei succulenti extra, un mirabolante making of costituito da esaustive note a ogni capitolo che mettono in evidenza (ma sono in gran parte chiarissimi, almeno a quelli della mia età) i vari riferimenti.
Aborro gli adattamenti creativi dei titoli originali, che tanto danno hanno fatto negli anni, soprattutto in campo cinematografico (“Se mi lasci ti cancello”? “Se mi lasci ti cancellooo”??? Ma sei scemo?!?). Eppure, in questo caso, mai scelta fu più azzeccata. Perché il gioco di parole del titolo americano è divertente, ma sarebbe stato francamente ostico in Italia. E poi, se vi capiterà di leggere l’albo, capirete che il titolo italiano era davvero l’unico titolo possibile, il migliore, perfetto.
Se non avete colto la citazione e non avete il magone nel sentire la canzone in sottofondo, mi sa che è inutile che andiate avanti a leggere.
Dicevamo, il titolo migliore possibile, e questo lo capirete anche solo vedendo la copertina.
Ecco, la copertina.
Qui val la pena di spendere altre due parole.
Essendo l’albo (che raccoglie una miniserie di cinque numeri) costellato di riferimenti al decennio di cui sopra, e in particolar modo ai telefilm di quegli anni, la “Prima stagione” ha una grafica che ricorda in tutto e per tutto quella di un cofanetto di dvd di quelli che tanto amiamo io e quelli come me.
Vi propongo cover e quarta di coperta perché sono davvero due gioiellini.
Come ogni buon dvd che si rispetti, questo fumetto ha anche dei succulenti extra, un mirabolante making of costituito da esaustive note a ogni capitolo che mettono in evidenza (ma sono in gran parte chiarissimi, almeno a quelli della mia età) i vari riferimenti.
Il manuale del buon recensore prevede che racconti brevemente la trama, ma siccome da lettore è una cosa che mi annoia, vado oltre. Vi basti sapere che è divertente, semplice il giusto, piena di cliffhanger e di gag spassosissime. E poi Scott Kurtz è uno che ha vinto anche un Eisner Award, quindi non proprio l'ultimo dei pirla.
Ma veniamo ai disegni.
Non mi perderò in noiose analisi. Giuseppe Ferrario è bravo, il suo segno è fresco e brillante. E poi uno che mette in rete una sua foto come questa va premiato a prescindere.
Insomma, capisco che dovendo scegliere tra un cofanetto della prima stagione di A-Team e quest’albo si possa tentennare, ma…
Ma veniamo ai disegni.
Non mi perderò in noiose analisi. Giuseppe Ferrario è bravo, il suo segno è fresco e brillante. E poi uno che mette in rete una sua foto come questa va premiato a prescindere.
Insomma, capisco che dovendo scegliere tra un cofanetto della prima stagione di A-Team e quest’albo si possa tentennare, ma…
…Justin Supermaxieroe costa di meno! E in un colpo solo vi portate a casa l’uomo da sei milioni di dollari, Magnum P.I., Arnold e la maggior parte dei loro coetanei!
2 commenti:
Chissa' perche' il biondo protagonista mi ricorda tanto il Miura, il fratellone di Valentina Mela Verde.
Un tributo alla Nidasio?
E' vero, non ci avevo pensato, dovrò chiedere a Giuseppe...
Posta un commento