“Sono nato davanti al televisore. Non è una metafora: la prima immagine di cui ho un vero ricordo non è il seno di mia madre, ma un oggetto luccicante e squadrato che mi attirava in modo irresistibile. La tivù era la mia baby-sitter, i miei mercoledì pomeriggio, la scoperta del mondo in cammino sotto i miei occhietti sbalorditi. La tivù era l'amico con cui non si litiga mai, quello che ha sempre una buona idea in testa, dal mattino alla sera. La tivù era una schiera d'eroi che mi hanno insegnato l'esaltazione. I primi turbamenti, ma anche i primi moti di disgusto. Io sono stato quel ragazzine che diventa bruscamente adulto semplicemente cambiando canale. Ho ricordato le immagini proibite, la sera, attraverso lo spiraglio di una porta socchiusa, così come Stanick avrebbe potuto parlarmi delle sue notti di avventure con una piccola torcia e un libro sotto le coperte. Ho concluso dicendo che in nome di tutto questo, se mi si offriva un'opportunità di passare al di là del monoscopio, avrei fatto tutto quello che potevo per non tradire quel marmocchio abbandonato a se stesso davanti all'azzurro crepitante dello schermo.”
(Tonino Benacquista, "Saga")
4 commenti:
Lo prendo come un regalo! :-* E "Saga" mi convince sempre più!
Interessante...appena finisco di leggere il libro del papa, lo compro.
"Gesù di Nazareth" ormai devo assolutamente sapere come va a finire. Sono al punto in cui si scopre che uno della banda è in realtà un infiltrato dell'esercito occupante e oraganizza una retata.
Ora che ci penso, mi sa che ci hanno già fatto anche il film.
Si intitola "The Departed".
Posta un commento